Francesco Redi è stato davvero uno dei più grandi uomini di cultura del ‘600 italiano (e quindi europeo). La sua dote più grande è stata forse la capacità di gestire ogni forma di sapere. Su di lui vi invito a visitare un sito, http://www.francescoredi.it , curato da Walter Bernardi, tra le altre cose, grande studioso del medico aretino; è un omaggio ricco e molto documentato su Francesco Redi.
Uno dei meriti per cui il medico aretino viene ancora oggi ricordato, è quello di aver dato la prima Grande Spallata alla Teoria della Generazione Spontanea. Per approfondimenti vi rimando al sito su Redi, non posso darvi il link, visto che il sito è in Adobe Flash, ma selezionate la scienza>La confutazione della generazione spontanea appena arrivate alla home page: vi troverete un eccezionale excursus storico sull’argomento.
In LIR questa storia della Prima Spallata alla Generazione Spontanea è di fondamentale importanza: conoscerla vi darà modo di capire esattamente alcune parti fondamentali della questione trattata nel mio libro. Qui accenno brevemente al fatto che prima delle ‘Esperienze intorno alla generazione degli insetti’ pubblicato da Redi nel 1668, il Sapere ufficiale non aveva mai assistito ad un attacco così deciso alla teoria che assieme alla Teoria Umorale governava la Conoscenza da millenni.
In quel libro, Redi ipotizzava che la riproduzione degli insetti non avvenisse per un quid che attraverso un soffio vitale instillava la vita nella polvere, nella materia inorganica, ma era diretta conseguenza dell’azione dell’insetto stesso, che con la deposizione delle uova, permetteva di creare la vita. Con il famoso esperimento dei due vasetti contenenti dei pezzi di carne in putrefazione (uno sigillato, in cui nessun insetto poteva arrivare e l’altro lasciato aperto in cui gli insetti erano entrati ed avevano deposto uova) Redi determinò un attacco mai visto prima nei confronti della dottrina ufficiale che sosteneva la capacità divina di generare vita dalla polvere, come era scritto nella Genesi, come aveva confermato Aristotele, come il Cristianesimo da sempre sosteneva.
Non possiamo renderci conto della portata devastante di questa affermazione per ovvi motivi culturali e cronologici, ma fu una vera rivoluzione, solo mitigata da una strano – ma non più di tanto, per chi conosce bene Redi – comportamento del medico aretino che poche pagine dopo aver illustrato l’esperimento, lo ammorbidì con una serie di obiezioni, tipiche di chi fa un’affermazione e, conoscendo bene le reazioni che questa può provocare, la copre di reticenti distinguo.
Furono proprio quei distinguo e la capacità dialettica di molti eruditi poco propensi alle novità, a ricondurre l’esperimento di Redi nell’alveo di una ‘corretta’ e rassicurante visione delle cose: passarono molti altri decenni per assimilare quell’evidenza. Se avete in mente di leggere il mio libro, tenete bene a mente questo esperimento.
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