La particolarità di quest’opera sta nei tempi. Pubblicata nel 1785 da Luca Magnanima (pseudonimo di Luca Malanima) studioso molto attento alle trasformazioni scientifiche, filosofiche e, più in generale, culturali, che da decenni stavano attraversando il Granducato di Toscana, Elogio di Giacinto Cestoni ritrae lo speziale livornese in maniera netta e puntuale. A distanza di un secolo, la figura di Cestoni è ancora vivissima nell’immaginario della cultura ‘nuova’ toscana e anzi viene accreditato come il capostipite della nuova generazione di filosofi naturali, segno che il suo lavoro era molto più considerato di quello che si possa ritenere. In particolare, la vicenda del pellicello e della rogna viene disegnata come se fosse completamente opera di Cestoni e come se le resistenze alla scoperta provenissero proprio dal ceto medico che avrebbe visto decadere il proprio lauto guadagno.
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